sabato, gennaio 28, 2006

IL PALAZZO DI VETRO

Correva l'anno 1913
Frank Lloyd Wright aveva già vissuto quarantaquattro dei suoi novanta gloriosi anni.
Eduardo Jeanneret-Gris , l'altro gigante dell'architettura contemporanea, adottava in quei giorni lo pseudonimo di Le Corbusier.
Frank Lloyd Wright , il grande innovatore, non aveva ancora raggiunto la sua maturità anche se Wachmuth aveva già richiamato l'attenzione sul suo genio, espresso nella prima serie di case di campagna ed in opere come la Unity Church (Oak Park 1906) e Mason City (Iowa,1909).
Correva dunque l'anno 1913.
Frank Lloyd Wright iniziava la sua tappa barocca con la costruzione dei Midway Gardens a Chicago.Ed il giorno dell'inaugurazione , nel bel mezzo della cerimonia gli si presentò un certo Joseph Leiter , a cui era saltato in testa di andare a vivere in un palazzo di vetro, in cima ad una collina che dominava una regione dolcemente ondulata vicino alle rive del fiume Potomac.
Joseph Leiter era un matto. Apparteneva alla generazione dei belli e dannati .
Aveva buon gusto milioni da sperperare.
In quel luogo erano vissuti i suoi nonni materni dagli inizi del XIX secolo.
In quel luogo che amava aveva trascorso l'infanzia.
Quel luogo apparteneva a suo zio Gregory che era morto lì vicino , in una scaramuccia sulle rive del fiume,durante la Guerra di secessione.
E lì voleva morire Joseph Leiter accanto alla sua terza moglie con la quale si era appena sposato, una settimana prima di presentarsi a Frank Lloyd Wright nei Midway Gardens.
Joseph Leiter ancora non delirava, ma qualunque architetto serio al'epoca se lo sarebbe scrollato di dosso.Altri avrebbero cercarto di compiacerlo ad un prezzo spietato.Ma Frank Lloyd Wright non fece nessuna delle due cose , era un uomo onesto ed un po' matto anche lui.Aveva la follìa del genio.
Si entusiasmò immediatamente al progetto .Andò a vedere il posto , si inebriò nel silenzio liquido dei suoi tramonti e nella fragranza dei boschi e comprese che Leiter possedeva una rara sensibilità per il paesaggio e la sua stessa ardita concezione dell'Habitat.
In quattrodici mesi egli costruì il palazzo.Leiter ne fu incantato ma Frank Lloyd Wright ancora di più.Quel rivoluzionario amalgama di cemento colato , legno e vetro, tra gli ameni boschi della Virginia che nulla hanno da invidiare alla policromia della sicilia di Teocrito nè alla mansuetudine della Gallìa Cisalpina di Virgilio , fu una delle creazioni che più gli piacquero . Ed era convinto che il mondo intero la avrebbe celebrata.
Ma ahimè ! quandoque bonus dormitat et Homerus.Il periodo Barocco di Wright fu sempre il meno apprezzato dalla critica e rappresentò un freno temporaneo all'ascesa del suo prestigio.
In realtà Frank Lloyd Wright non sarebbe stato un nome universalmente noto fino agli anni trenta.
Fu allora che la sua arte cominciò ad essere studiata nelle facoltà di architettura di tutti i paesi del mondo .Il palazzo di vetro purtroppo però non vi figura , poichè quel matto di Joe Leiter nel 1932 ,in pieno delirio, convinto che le acque del fiume Potomac scorressero tinte dal sangue della guerra fratricida , preso da furore Neroniano diede fuoco a tutta la costruzione con sua moglie dentro cantando a squarciagola la marcia dei fucilieri della Virginia.
Anni dopo Frank Lloyd Wright venne a sapere che il nonno di Joseph leiter non era stato da meno del nipote come incendiario e assassino , e in quello stesso luogo maledetto nel XVIII secolo avevano avuto luogo frequenti massacri di indiani ed abominevoli cacce alle streghe con relativo sangue e fuoco.
Frank Lloyd Wright si convinse di aver costruito la casa di Atreo , e che qualsiasi edificio costruito in quel luogo esecrando sarebbe stato vittima dell'hybris ancestrale.

In quel luogo oggi lavora la CIA. Si tratta di Langley , contea di Fairfax in Virginia.

Quando Wright nel 1956 seppe che un certo Allen Dulles avava appena esaltato davanti al sottocomitato per le acquisizioni della camera i vantaggi di quel luogo rustico e isolato per installarci gli Headquartiers della CIA, la sua anima sensibile si riempì di oscuri presagi.
E quale non fu il suo orrore quando quel certo Allen Dulles gli apparve davanti qualche giorno dopo nella sua fattoria nel Winsconsin per chiedergli un pre-progetto per la costruzione dell'edificio della CIA a Langley!
Frank Lloyd Wright che aveva allora ottantasette anni , gli spiegò il motivo della sua immensa avversione per quel luogo maledetto e sangunario, ma dato che Dulles respinse con ironia e risate il suo avvertimento , Wrigt facendosi scudo della sua età avanzata declinò cortesemente l'offerta e consigliò lo studio Harrison Abramowitz di New York .
Dato che "non si sa mai" , Dulles ordinò in gran segreto un esorcismo per il luogo e per tutta la regione, e per maggiore sicurezza , non fosse mai che il vecchio Frank Lloyd Wright avesse ragione, purificò la nuova costruzione con un iscrizione marmorea presa dai Vangeli , che qualsiasi visitatore può trovare sulla parete sinistra e che dice :
" Conoscete la verità e la verità vi farà liberi" Giovanni,VIII,32.

Brano tratto da : Daniel Chavarrìa "Il rimedio universale"
Marco Tropea editore

giovedì, gennaio 26, 2006

Alla ricerca del tempo perduto

Ieri sera, Felice (il mio insegnante di dizione) ci ha letto un brano di Marcel Proust tratto da " alla ricerca del tempo perduto".
La sua voce, lo scandire dei ritmi e le parole meravigliose di quel testo hanno generato una magia che non provavo da tanto troppo tempo.
Ed eccomi qui alla ricerca del tempo perduto

"...MA NELL’ISTANTE STESSO IN CUI IL SORSO DI TÈ, FRAMMISTO A BRICIOLE DI DOLCE, TOCCÒ IL MIO PALATO, TRASALII, ATTENTO A QUALCOSA DI STRAORDINARIO CHE MI STAVA ACCADENDO.
UN PIACERE DELIZIOSO MI AVEVA INVASO, ISOLATO, SENZA NE SAPESSI LA RAGIONE.
MI AVEVA RESO IMMEDIATAMENTE INDIFFERENTI LE VICISSITUDINI DELLA VITA, INOFFENSIVI I SUOI GUASTI, ILLUSORIA LA SUA BREVITÀ, ALLO STESSO MODO IN CUI AGISCE L’AMORE, RIEMPIENDOMI DI UN’ESSENZA PREZIOSA: O PIUTTOSTO QUELL’ESSENZA NON ERA IN ME, ERA ME STESSO. AVEVO SMESSO DI SENTIRMI MEDIOCRE, CONTINGENTE, MORTALE.
DA DOVE POTEVA VENIRMI QUESTA IMMENSA GIOIA?
SENTIVO CHE ERA LEGATA AL SAPORE DEL TÈ E DEL DOLCE, MA LO SUPERAVA INDEFINITAMENTE, NON DOVEVA ESSERE DELLA STESSA NATURA.
DA DOVE VENIVA? CHE COSA SIGNIFICAVA? DOVE AFFERRARLA?
BEVO UN SECONDO SORSO, MA NON VI TROVO NIENTE DI PIÙ DI QUANTO HO TROVATO NEL PRIMO. UN TERZO MI RECA QUALCOSA DI MENO DEL SECONDO.
BISOGNA CHE SMETTA, LA VIRTÙ DELLA BEVANDA SEMBRA DIMINUIRE.
È CHIARO CHE LA VERITÀ CHE CERCO NON È IN ESSA, MA IN ME.
ESSA L’HA RISVEGLIATA, MA NON LA CONOSCE, E NON PUÒ CHE RIPETERE INDEFINITAMENTE, VIA VIA SEMPRE PIÙ DEBOLMENTE, QUELLA STESSA TESTIMONIANZA CHE NON SO INTERPRETARE E CHE VOGLIO ALMENO POTERLE RICHIEDERE E RITROVARE INTATTA, A MIA DISPOSIZIONE, TRA POCO, PER UNA CHIARIFICAZIONE DECISIVA.

POSO LA TAZZA E MI VOLGO VERSO IL MIO SPIRITO. È LUI CHE DEVE TROVARE LA VERITÀ.
MA COME?
GRAVE INCERTEZZA TUTTE LE VOLTE CHE LO SPIRITO SI SENTE SUPERATO DA SÉ STESSO;
QUANDO LUI, IL RICERCATORE, È CONTEMPORANEAMENTE IL LUOGO OSCURO DOVE DEVE CERCARE E DOVE TUTTO IL SUO BAGAGLIO NON GLI SERVIRÀ A NULLA.
CERCARE? NON SOLO: CREARE. E DI FRONTE A QUALCOSA CHE NON ESISTE ANCORA, A CUI SOLO LUI PUÒ DAR FORMA, PUÒ FAR ENTRARE NELLA SUA LUCE...."


Marcel Proust (Alla ricerca del tempo perduto)


Voster semper voster Mallinza

venerdì, gennaio 20, 2006

NON SOPPORTO

Non sopporto i critci, sopratutto quelli dei giornali e quelli televisivi.
Gente pagata per mettere nero su bianco le cose che chiunque di noi direbbe e dice senza essere pagato.
Non sopporto i critici musicali...quelli che ti spiegano cosa stai ascoltando.
Non sopporto i crtici cinematografici televisivi e teatrali... quelli che ti spiegano cosa stai vedendo.
Non sopporto infine chi legge le critiche per scegliere che film andare a vedere o che disco ascoltare....

In tal senso studiando per motivi didattici Ettore Petrolini ho trovato queste sue genialate:


"…la paccottiglia vanesia dei criticofessi che, scrivendo di me, hanno trovato il pretesto di mettere in luce le loro immaginarie personalità…"

"Se esiste l'attore Iradiddio, c'è anche il critico Dioceneliberi…"

"Se il critico ha il diritto di giudicare l'artista, certamente anche l'artista ha diritto di giudicare il critico"

"Sono anche convinto della funzione benefica di una critica maligna… l'arsenico… a piccole dosi fa bene alla salute"

"…se ci sono degli artisti cani, ci sono anche tanti critici della medesima razza. Ma l'artista cane, sotto certi riguardi, è innocuo: perché abbaja e nun mozzica; mentre il critico cane è pericoloso perché, oltre ad abbaiare, morde"

"Non sanno più che dire, se non trovano un libro dove credono di aver trovato la mia discendenza e i parenti miei più prossimi. Per me, ognuno discende da le scale de casa sua"

"I miei detrattori mi tacciano di eccessivo orgoglio. I miei detrattori, come sempre, hanno torto"

"Salvo l'onestà e la buona fede di pochi galantuomini, la maggior parte dei critici è una colonia di microbi riscaldati dal sole della loro vanità"

"Non ho capito se è malato lui (di un critico) o se sia avvilito del successo altrui"

"…il critico è quell'essere che vuol giudicare; e giudicare vuol dire guardare bene addentro e vuol dire guardare dall'alto… e a me quelli che guardano dall'alto me pareno nanetti che monteno su li trampoli…"

"…la critica è facile, mentre l'arte è difficile"


PETROLINI ERA UNA GENIO!

Baci

Il Mallinza

martedì, gennaio 03, 2006

Piccole differenze tra presidenti e cardinali

Il presidente del Brasile Lula e il Cardinale di San Paolo Julio Lancellotti hanno trascorso il loro Natale sotto un viadotto, in un quartiere di San Paolo dove gli abitanti della strada hanno realizzato, a seguito di un'occupazione, una cooperativa per il riciclaggio dei rifiuti urbani. Una mia cara amica conosciuta a firenze ,Christiana Pacheco, mi ha inviato una parte del discorso di Lula.

" Caro Padre Julio Lancellotti, caro Cardinale Dom Claudio Hummes, autorità presenti, e voi, miei cari compagni e amici, voi Popolo della strada
che faticosamente e in silenzio ogni giorno ripulite la nostra città da ogni tipo di rifiuto che essa produce, sono felice di essere qui sotto il viadotto di Sumarè, dove avete fondato la prima cooperativa di riciclaggio di carta e di plastica del Brasile. Voi che spesso siete considerati niente, siete riusciti a realizzare una cooperativa. So quanto è difficile nel nostro paese realizzare un'impresa del genere, ma voi ci siete riusciti. E' la terza volta che ci incontriamo.

Nel 2003 ci siamo incontrati nel Glicerio, per l'inaugurazione di Casa Cor da Rua "Casa dell'Arte del Popolo della strada". A Casa Cor si realizzano mobili, complementi d'arredo e manufatti artistici unicamente e sempre a partire dal riutilizzo di materiali di scarto raccolti fra i rifiuti cittadini.

Nel 2004 ci siamo ritrovati nella Casa da Oraçao, la Casa della Preghiera.
Oggi affermo con serenità e fermezza che il mio Palazzo del Planalto è qui, sotto il vostro viadotto. Oggi io governo da questo luogo.
Oggi il Governo si è spostato nel luogo del vostro lavoro, della vostra lotta. Ho ascoltato le vostre riflessioni, le vostre proposte, i vostri bisogni, la vostra richiesta di incontrarci di nuovo tra qualche settimana per completare il progetto di formazione al lavoro per i raccoglitori dei rifiuti, che abbiamo iniziato insieme. Realizzeremo tutto questo.

La mia non è solo una promessa vaga. Al mio ritorno a Brasilia riunirò tutti i ministri che devono essere coinvolti nel progetto, dal Ministro responsabile delle Politiche Sociali a quello dell'educazione, indirò un incontro interministeriale che definisca i vostri diritti e stabilisca i termini per un riconoscimento reale del vostro lavoro. Il vostro riciclare è resistere, voi siete a tutti gli effetti degli operatori ecologici.

Ci rendete un servizio fondamentale senza che vi sia riconosciuto alcun merito per questo. Al contrario, siete considerati un problema di polizia, come ci ricordava Padre Julio nel suo discorso.

Julio, ti prometto che il vergognoso massacro di sette abitanti della strada, avvenuto nella piazza della cattedrale di San Paolo nell'Agosto dello scorso anno, per i responsabili del quale a tutt'oggi non è stato istituito nessun processo nonostante le testimonianze e le prove schiaccianti a loro carico, ti prometto che parlerò la prossima settimana di questo con il Ministro della giustizia Bastos, per sollecitare un intervento forte da parte della Giustizia Federale.

La presenza in questo luogo del sindaco di Diadema, l'accordo che avete sottoscritto con il Comune per l'assunzione di 72 abitanti di strada nel ruolo di spazzini, è un atto importante. Ed è anche economicamente vantaggioso per la collettività, dato che il Sindaco ha dichiarato che il prezzo di una tonellata di rifiuti è di circa 40 reais se vengono raccolti dai catadores, mentre è di 150 se si tratta di aziende private.

Ho ascoltato con attenzione il compagno Sebastiao mentre esponeva i problemi del popolo della strada. Non so se tu, Sebastiao, hai un lavoro, non so di preciso cosa fai, ma ti assicuro che con la tua preparazione politica, con la tua capacità di analisi, saresti pronto per fare qualsiasi lavoro.

Caro Dom Claudio, è molti anni che ci conosciamo, adesso tu sei Cardinale, ma prima eri il mio Vescovo di San Bernardo do Campo, il luogo dove vivo tutt'ora, dove per anni ho lavorato, dove ho iniziato la mia attività di sindacalista, dove ho fondato la Centrale Unica dei Lavoratori prima, e il Partito dei Lavoratori poi.

Ricordi quando alle manifestazioni eri presente al nostro fianco, quando la polizia ci caricava, allora ero più giovane, non avevo la pancia, correvo più di te per non prenderle, perchè io non ero Vescovo. Sono felice di ciò che hai affermato,che la tua cattedrale, questo Natale, è sotto questo viadotto.
Abbiamo camminato insieme e continueremo a camminare insieme, nonostante gli errori che commettiamo."

Lula da Silva.

Forse sono il solito sognatore illuso come diceva il buon Jhon Lennon "you may say I'm a dreamer..." ma malgrado tutto per il nuovo anno mi piacerebbe vedere un presidente come Lula e cardinali come Lancellotti al posto del nostro premier e di Ruini dalle nostre parti.

Buon Anno e ben tornati

Il Mallinza