venerdì, luglio 28, 2006

VINIL ART Vs CD ART

Ieri sfogliando la mia collezione di vinili mi è capitato in mano "Hollywood-Hollywood" di Roberto Vecchioni.
Mi sono chiesto come mai possedevo un disco di Vecchioni vista la mia avversione verso tale improbabile figuro.
Risposta : comperai quel vinile solo perchè la copertina era stata disegnata da Andrea Pazienza.
E allora sì ; allora tutto ha un senso.
Il rapporto tra musica ed arti grafiche è sempre stato molto profondo.
In principio fu il jazz a spingere alcuni artisti a mettersi alla prova, ci sono copertine leggendarie come quella di Salvador Dalì per Jackie Gleason nel 1955, e diversi lavori di Andy Warhol sempre negli anni cinquanta.
Credo che però sia stato l'avvento del rock'n'roll a portare questo rapporto ad una stretta collaborazione.
Il suo impatto sulle masse giovanili colpisce anche le arti figurative, basta vedere, ad esempio il "Rock’n’roll" di Renato Guttuso del 1958, o "Girls with their hero" di Peter Blake, il re della pop art britannica, del 1959.
Intere generazioni di artisti che crescono negli anni Cinquanta e che nel decennio successivo approdano all’arte figurativa portano con se i frutti che il rock’n’roll aveva seminato.
E’ negli anni Sessanta il rapporto tra arti figurative e "popular music" si fa stretto e importante.
Nello stretto spazio di una copertina di vinile alcuni artisti esprimono la loro personalità mettendola al servizio dei solchi incisi e resi immortali dalle note.
Negli Stati Uniti, Andy Warhol stringe un forte rapporto di collaborazione con Lou Reed e i suoi Velvet Underground, che porterà alla realizzazione di uno show d’avanguardia, l’Exploding Plastic Inevitable.
In Inghilterra, un anno dopo, nel 1967, l’arte pop approda nelle mani del grande pubblico, nella forma della copertina di un disco dei Beatles, St.Pepper’s Lonely Heart Club Band, realizzata da Peter Blake. Dello stesso anno è la prima e più celebre tra le copertine di dischi che Warhol ha realizzato, quella con la famosa banana gialla che identifica l’album d’esordio dei Velvet Underground.
Io ricordo anche Robert Rauschenberg che disegna una bellissima copertina per "Speaking in Tongues" dei mitici Talking Heads , e tanti altri pezzi da collezione come la cerniera di sticky fingers degli Stones .
Potrei continuare all'infinito ma mi fermo qui.
Mi sono chiesto quanto sia cambiato tutto ciò con l'avvento del CD e quanto cambierà ancora visto che la musica è ormai un oggetto di distribuzione virtuale tra i-Pod ed Mp3.
Sicuramente negli anni di fine millennio il trip - hop musica che ho amato e suonato ha prodotto pessime copertine in serie con qualche piccola chicca : il cofanetto termosensibile dei massive attack di cui mi sono subito appropriato.
Certo finchè le copertine dei dischi erano quelle in vinile, anche per una questione di dimensioni , le opere degli artisti avevano non solo spazio ma soprattutto senso. Oggi le "cover" dei cd non hanno lo stesso peso, non servono a illustrare con maggior profondità un intero universo sonoro, anzi, avvolgono come un mero pacco natalizio la confezione e niente più.
Ma c'è una notizia che mi lascia speranzoso :
A 71 anni Peter Blake sta preparando la copertina del prossimo album di Brian Wilson:
"Avevo detto qualche tempo fa in un intervista che avrei preferito realizzare la copertina di "Pet Sounds" dei Beach Boys invece che "Stg. Pepper". Wilson l’ha letta e mi ha chiamato commissionandomi questo nuovo lavoro. Mi cimenterò nel formato del cd...".
Tutto ciò con la musica virtuale non avrà più senso.

lunedì, luglio 24, 2006

CON DOLCEZZA

CONDOLEEZA viene da un ghetto nero, credo del South Side di Chicago, dove la gente ancora si ricorda, attraverso le parole dei nonni e i canti del blues, di quando erano schiavi nei campi di lavoro e nelle piantagioni di cotone. Sfruttati, derisi, ammazzati di lavoro e di botte, violentati (come diceva malcolm x i Neri d'America sono più "caffellatte" dei Neri d'Africa : tutti discendenti da violenze sessuali da parte dei padroni bianchi.....).
Lo stesso nome " Condoleeza" le fu dato da mammà poichè - si pensi all'ingenuità dell'America povera dei Leroy Browns - "aveva udito un'aria operistica italiana dove si pronunciava una parola che le piaceva tanto ma di cui non sapeva il significato" : era CON DOLCEZZA .

Ora , Condolcezza mia, mi chiedo : la tua America povera, destituita, umiliata e sofferente, perchè non la ritrovi più negli occhi dei Palestinesi, di quella gente che nulla aveva fatto di male agli Ebrei? Perchè non la ritrovi negli occhi delle centinaia di migliaia di iracheni che state ammazzando senza nessun "ragionevole" motivo?
Una cosa ci viene in mente. Quando i vecchietti, per la più gran parte afro-americani, se ne morivano annegati negli ospizi della Louisiana per mancata assistenza, e il tuo capo parlava di come tutelare le compagnie di assicurazione dalle frodi;

TU Condolcezza,

te ne andavi a spasso con nonchalance sulla Quinta Strada tanto da farti urlare dietro dalla gente che ti vedeva a provare scarpe e controscarpe per i tuoi piedoni nientemeno che da Ferragamo. Questo mentre l'acqua stava sommergendo quei poveracci, sangue del tuo sangue africano, immobili nei loro seggioloni e urlanti di paura.

Allora, cara Condy, credo di capire cosa sei.

Povera mamma Condy, se ne stava tutto il giorno a lavorare e poi tornava a casa e sognava con l'opera . Intanto, la figlia cresceva come una belva al servizio delle corporation e del monarca del mondo George Dabliu.

martedì, luglio 18, 2006

QUESTA E' LA GUERRA

Questo é il mio commento, questa é la difesa che israele giudica giusta e legittima, questa é la vostra guerra:

Seicento milioni di dollari di perdite per il bilancio dello Stato, 80 per cento degli alberghi svuotati, 90 mila persone scappate verso la Siria, 460 cittadini occidentali evacuati, decine di infrastrutture civili distrutte, centinaia di morti e di feriti, migliaia di sfollati: numeri, numeri, numeri...
Per gli spettatori la guerra è un cumulo di cifre e di statistiche.
Ma per noi interessati, il linguaggio ha una portata diversa, concreta, palpabile: le vittime hanno i volti di amici e di familiari, i ruderi sono sinonimi di anni di paralisi economica, e i danni significano lunghe giornate senza acqua, notti interminabili senza elettricità, e parenti cari che non rivedremo forse mai più.
L'immagine dei quindici bambini bruciati vivi nell'autobus che provava a fuggire dal villaggio di Merwaheen mi ossessiona.
Provo a indovinare i loro nomi e le loro vite: Sami aveva magnetici occhi neri, Mohammed era bravissimo a scuola, Fatema sognava di diventare scrittrice, a Nour piacevano gli arcobaleni... Spero almeno che le loro mamme siano sparite con loro: la morte di un figlio è il più indecente dei drammi.
L’altro pomeriggio mi ha preso una voglia di ribellione, un rifiuto ostinato di lasciarmi andare alla disperazione. Volendo fingere che la vita fosse normale malgrado tutto, sono andata a vedere con i miei figli un film a Jounieh, città costiera teoricamente sicura, 15 minuti a nord di Beirut. Finita la proiezione, e usciti dalla sala, comincia il raid sul porto davanti a noi. La gente nella strada grida impazzita. Corriamo verso la macchina, il fumo ci circonda. Mi si piegano le ginocchia dalla paura, Mounir e Ounsi scoppiano a piangere, ma riesco a guidare lo stesso; guido come una matta fino a quando raggiungiamo casa.
No, la vita non può essere normale quando si è libanese, imparo, per l’ennesima volta, a mie spese.

Joumana Haddad (Poetessa e giornalista libanese)

PUNK-FUNK all stars

Sono stato al blue note (solito locale da cocainomani a prezzi proibitivi nella futura milano da bere) a sentire i punk- funk all star consigliatomi dall'amico Alberto.Un concerto fantastico.
Per la verità appena ho letto la formazione ho subito capito che mi sarei spellato le mani dagli applausi.
Punk-funk all star, alias:
Vernon Reid - Guitar (si lui il living colour tra gli altri uno dei pochi chitarristi a rivoluzionare la 6 corde negli ultimi 20 anni)
Melvin Gibbs - Bass (ex defunkt e altri)
James 'Blood' Ulmer - Guitar (ex Ornette Coleman and co)
Joseph Bowie - Trombone (fratello di Lester bowie quello dei mitici Art ensemble of chicago) Ronald Shannon Jackson - Drums (ex Ayler, Coleman, Cecil Taylor solo per dirne qualcuno, uno dei piu' importanti batteristi free che suona come fossero in tre e tutto il tempo ti chiedi dove ha le altre 3 braccia e 4 gambe!)
Un gruppo stratosferico, che spazia dal free jazz al blues passando per un funky rockeggiante originalissimo. L'unica cosa che non c'e' se non nel nome e' il punk, almeno non nell'accezione che conosciamo, sicuramente nella filosofia anarchica.
Se non li conoscete ve li stra-consiglio sopratutti se siete open-minded perche' ripassano per Milano presto, non ricordo quando. Andateci. Se li conoscete vi chiedo se vi risultano CD perche' quello che ha fatto Reid in un paio di brani (avambraccio rigido e una ritmica funky che nessuno sa suonare come lui) e Jackson in un assolo di batteria-voce lo voglio risentire.
Che dire grazie Albi!

martedì, luglio 11, 2006

Oh where are you nowPussy willow that smiled on this leaf?

"C'è sempre un po' di follia nell'amore, ma c'è sempre un po' di ragione, nella follia" (F.W. Nietzsche)

Poco fa ho appreso che Syd Barret è morto.
Se ne è andato per sempre.
Per la verità Syd dopo aver lasciato i Pink Floyd che lui aveva fondato e lanciato nel mitico locale underground londinese UFO CLUB aveva dato alla luce tre dischi meravigliosi ma poi....poi si era ritirato in un mondo tutto suo lasciando un vuoto nella musica.
La sua scomparsa quindi non crea una voragine eppure mi sento triste e vuoto come se Syd avesse suonato fino ad un minuto fa'.
Perchè?? perchè Syd per me è stato qualcosa di più del "fondatore dei pink floyd".
Per me Syd è stato qualcosa di più del creatore dello splendido, allucinato, visionario mondo di "The piper at gates of down".
Per me Syd Barret è stato molto; molto di più.E' stato il padre della mia musica.
Ho iniziato a suonare nel mio storico gruppo (gli optiical information) ispirandomi a lui.
Per giorni e notti ubriachi , fumati, contenti, innamorati, tristi, dopo una sbornia o dopo aver fatto l'amore abbiamo ascoltato all'infinito i solchi dei suoi dischi.
Il mondo fiabesco e allucinato di "The Piper at gates of down" .
Oppure "The Madcap Laughs", il primo lavoro solista un disco folle e vivo, una fusione fredda di colori e svolazzi di genio, un'inquieta serenata al demone dell'imperfezione.
Oppure "Barret" e poi "Opel" .....quanto li abbiamo ascoltati! quanto li abbiamo suonati e cantati!
Dischi folli , genialmente imperfetti,colori forti e sapori improvvisati di genialità e follìa.
Per gli standard di oggi, insomma, una bestemmia insostenibile, un pugno in un occhio anche per il più coraggioso dei discografici.
Le sue idee lancinanti senza padre né madre, il sorriso dell'intelligenza istintiva, l'ondeggiare ritmico delle folte chiome come una reciproca approvazione...
E niente da rimpiangere, nessuno che se ne sia andato (svanito, perduto) e che vorrei fosse ancora qui.
Ma che purtroppo non c'è più.
Ci mancherai Syd splendido pifferaio magico , forse veramente un giorno ti troverò con Diego a cantare sul lato oscuro della luna.
"I'll see you on the dark side of the moon"

DARK GLOBE

Oh where are you nowPussy willow that smiled on this leaf?
When I was aloneYou promised a stone from your heart
My head kissed the groundI was half the way down
Treading the sand, please
Please lift a handI'm only a person whose armbands beadsOn his hands hang tallWon't you miss me?Wouldn't you miss me at all?
The poppy birds swaySwing twigs coffee brands around
Brandish her wand with a feathery tongue
My head kissed the groundI was half the way down
Treading the sand, please
Please, please lift a handI'm only a person with Eskimo chain
I tattooed my brain all the way
Won't you miss me?Wouldn't you miss me at all?

(Syd barret "The Madcap Laughs")

mercoledì, luglio 05, 2006

AMICO FRAGILE

Questa notte tornando a casa con la città in delirio ho sentito per caso alla radio una canzone che avevo molto amato. Poco dopo al balcone con l'immancabile sigaretta ho pensato che
Fabrizio dovrebbe essere studiato nei licei.
Per il resto le sue parole parlano da sole

AMICO FRAGILE

Evaporato in una nuvola rossa
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi"
per essere corrisposti, valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo , "Mi ricordo"
per osservarvi affittare un chilo d'erba
ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in servizio
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
senza rimpiangere la mia credulità;
perché già dalla prima trincea
ero più curioso di voi
ero molto più curioso di voi.
E poi sospeso tra i vostri "Come sta"meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta
"E ancora ucciso dalla vostra cortesianell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormie il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra.
E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi
Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a vederle spalancarsi la bocca
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse perderemo
Potevo chiedervi come si chiama il vostro cane
il mio è un po' di tempo che si chiama Libero
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.
E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.

Fabrizio De Andrè