lunedì, febbraio 28, 2005

Africa dimenticata

Scrivo dal Sudan. Questa volta è veramente difficile scrivere cercando di non riscrivere una storia già scritta in passato. Eppure tutto era già visto. Emergenza umanitaria, appelli, impotenza diplomatica, ottusità del potere, sofferenze sconvolgenti. Le immagini dei campi profughi possono sovrapporsi perfettamente: l'Etiopia sembra il Burundi, il Darfur mi ricorda l'Eritrea.
L'universo degli sfollati è piccolo ma sempre uguale guerra dopo guerra siccità dopo siccità: capanne di frasche, due stracci e un pentolino, e la giornata dedicata solo a sopravvivere fino al giorno dopo. E questo in genere è possibile solo grazie agli aiuti che arrivano dall'esterno, nel caso del Darfur quasi "contro" il volere del governo. Ma non è questo che mi è rimasto impresso stanotte, non è questo che... Preferisco pensare a una giovane madre di Kalma, l'accampamento-metropoli con forse 150 mila persone, vicino a Nyala. Cullava un bimbo di pochi mesi e continuava a sorridere. E’ lo stesso sorriso dei profughi del Kivu, degli affamati del nord Kenya, dei sieropositivi del Mozambico: l’immagine che voglio conservare dell’Africa intera. Il sorriso di chi sa qualcosa che io ancora non sono riuscito ad imparare.(Dalla posta elettronica di un amico)


L'africa è purtroppo questo e altro, i campi profughi simili all'inferno , quello vero reale crudo e nudo come la terra arsa dal sole che non ti da tregua, non l'inferno da noi inventato per riempirci di ansiolitici la sera , il paese di cui non si riesce a fare a meno di dimenticare i sorrisi e gli occhi di chi ha guardato almeno una volta immerso nella sua miseria la nostra miseria interiore fatta di schizzofrenie paranoiche borghesi e poco aderenti con ciò che invece rappresentano milioni di abitanti delle bidonville accanto alle montagne dei rifiuti.Sicuramente problemi di obesità e di rughe loro non se ne pongono. Questa e-mail mi ricorda Bombay oppure il brasile e tanti altri posti in cui i bimbi ti si attacavano alle maniche: quegli sguardi pieni di vita malgrado la bottiglia di colla attaccata al naso quello schiamazzare e correre in mezzo ai rifiuti non riesco proprio a dimenticarli, sembravano molto più vivi loro di tanti morti dentro che troviamo dalle nostre parti.Scusatemi sto iniziando anche io a scrivere da occidentale viziato percui mi fermo.
Un saluto
Il Mallinza

giovedì, febbraio 24, 2005

Risparmio energetico

Bene cari amici credo che sia venuto il momento di muoverci su un argomento di primatia importanza del quale già abbiamo trattato qualche settimana fa.
Vado di seguito a postare il comunicato giuntomi dalla mailing list di Jacopo Fo (www.jacopofo.it)
mi auguro che chiunque sia in rete lo faccia girare nei modi che più preferisce

24.2.2005:
Firma in rete la Lettera a Prodi
Comunicato Firma in rete la Lettera a Prodi sul risparmio energetico. E' il momento di intensificare la pressione visto che hanno iniziato a discutere del programma (finalmente!). Dai gente, dateci sotto.(Ovviamente e' benedetto e acquisisce un gran culo chi fa circolare la notizia sugli spazi del movimento (forum ecc.) in rete. L'indirizzo della lettera e':

www.politicando.altervista.org/

giovedì, febbraio 17, 2005

FAMOSI ANCHE IN SVEZIA

Ho letto sulla stampa un interessante lettera scritta da una sua lettrice che vive da poco in Svezia terra famosa da noi per i mobili Ikea e per i tennisti. Molto meno per il premio nobel per il suo welfare e la sua socialdemocrazia perfettamente funzionante.Bene pare che la tv di stato svedese faccia pubblicità a se stessa ed alsuo "essere una tv libera" tramite uno Spot in cui si vede il nostro premier (Il Silvio) definito come"il possessore del 90 per cento dei media in Italia" e da lì giunto alla presidenza del consiglio "dopo un'intensa campagna elettorale grazie ai propri mezzi di comunicazione". Da cui il finale autoriferito: "Svt, noi siamo una televisione libera".Per completare il quadretto tarallucci e vino / repubblica delle banane è utile sottolineare che il video dello spot contiene un sottofondo musicale "O' sole mio" suonato dai mandolini e le immagini di Berlusconi che saluta plaudente le folle le imagini sono sono alternate con quelle di ballerine scosciate nei varietà di casa nostra.
Direi che lo stereotipo è completo d'altronde la recente visita estiva di Tony Blair (ricordate bandana , papere illuminate e fuochi d'artificio con scritto W TONY?) ha ben confermato le impressioni che hanno di noi i paesi in cui la società civile non è intrisa di queste clownerie d'altri tempi . Ma quanti danni dovremmo chiedere a questo signore per le molteplici figure di merda a cui quotidianamente veniamo sottoposti?
Per chi volesse divertirsi lo spot è visibile per intero sul sito ufficiale della tv svedese www.svt.se.

Il Mallinza

mercoledì, febbraio 16, 2005

Comaprsa di un video di Giuliana Sgrena

La giornalista del manifesto Giuliana Sgrena è comparsa in un video spedito all'associated press di Baghdad . Durante il lungo video compare un suo appello in cui dice:
"Aiutatemi a salvarmi questo popolo non deve più soffrire così, ritiratevi dall'Iraq, dovete porre fine all'occupazione, è l'unico modo per venirne fuori".
16/02/2005 12:15

www.ilmanifesto.it

Un abbraccio di speranza alla compagna Giuliana

Il Mallinza

Protocollo di Kyoto e Pne italiano

Il Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas responsabili dell'effetto serra e quindi dei cambiamenti climatici è entrato in vigore oggi alle sei (ora italiana).
Ora affinché il trattato funzioni, è necessario che tutti i paesi sottoscrittori, tra i quali l'Italia, pianifichino come ridurre le loro emissioni inquinanti assegnando degli obiettivi di riduzione ad ogni settore responsabile della produzione di gas serra: centrali elettriche, industria,abitazioni ecc.
L'Italia, malgrado sia tra i soci fondatori di Kyoto in quanto membro dell'Ue, arriva all'appuntamento fortemente in ritardo e con gravi inadempienze.
Innanzitutto perché in questi anni si è andata sensibilmente allargando la forbice tra gli obiettivi proposti dal Protocollo e l'andamento reale delle emissioni. Ma a questo va aggiunto che il primo Piano nazionale per le emissioni, presentato tra l'altro fuori tempo massimo, è stato bocciato dalla Commissione ambiente di Bruxelles in quanto troppo generico e privo del censimento delle quote di emissione di ogni singolo impianto così come richiesto dalla direttiva dell'unione europea.
Ora pare che anche la nuova versione integrata de Piano nazionale energetico sia sul punto di essere rispedita al mittente dall' unione europea in quanto estremamente generica e poco realizzabile secondo i meccanismi italiani (insomma a tarallucci e vino).
Stando ai meccanismi di Kyoto, aumentare le emissioni anziché ridurle ha un duplice costo: chi inquina di più sarà costretto a ricorrere alla Borsa delle emissioni e a comprare crediti di carbonio, ossia quote di CO2 dalle imprese (estere) virtuose che saranno invece riuscite a risparmiare. Per ogni tonnellata di anidride carbonica in eccesso le imprese rischiano inoltre una multa da parte dell'Ue di 40 euro che potrebbe salire a 100 nel 2008. Costi che finirebbero per essere scaricati dalle aziende, soprattutto quelle per la produzione e distribuzione dell'energia elettrica, su tutti noi consumatori. Non a caso l'Autorità per l'energia nei giorni scorsi ha espresso il timore che nel caso di bocciatura del Pna l'Italia potrebbe veder crescere i costi dell'elettricità del 5%. Ennesimo costo sul borsino già di per se molto misero delle famiglie.

Per adempimenti sul funzionamento protocollo di Tokio questo link mi pare esauriente:
http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/esteri/kyoto/comefunziona/comefunziona.html
Per adempimenti sui costi energetici in aumento vi consiglio :
http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/esteri/kyoto/parlatesta/parlatesta.html

Besos Il Mallinza

I Vangeli dei due apostoli

I Vangeli dei due Apostoli di Andrea Camilleri

Tra i moltissimi apostoli che diffusero, con opere e azioni, il Verbo delCavaliere, due, Marcello e Cesare, furono anche gli autori dei Vangeli che ancor oggi ci permettono di conoscerne e ammirarne la sovrannaturale grandezza.Tra i due sacri testi esistono, è vero, delle discrepanze che non inficiano però la sostanziale verità del racconto.I due concordano sull'episodio del dodicenne Cavaliere che, assalito da alcuni facinorosi senza Fede detti comunisti, li sgominò, novello Davide,lanciando loro dei sassi e tutti colpendoli alla fronte perché la sua mano era guidata dal Signore. Dissentono invece, ma solo per un dettaglio, sul fatto che il Cavaliere avesse camminato sulle acque, come Egli stesso confidò ad un ristretto gruppo di apostoli.Mentre Marcello afferma che il Cavaliere disse: «Ho camminato sulle acque»,Cesare racconta che la frase esatta fu: «Ho attraversato cattive acque».I due evangelisti invece concordano, in tutto e per tutto, sul miracolo del risveglio del giovinetto che, caduto in coma, tornò alla coscienza udendo la voce del Cavaliere durante una delle sue predicazioni.Marcello e Cesare perfettamente concordano anche sul miracolo detto della«conversione del Sinedrio». Portato dai nemici davanti al Sinedrio per essere giudicato, il Cavaliere fu accusato di colpe che mai aveva commesso e dovette subire pesanti condanne. Ma, qualche tempo, dopo il Cavaliere,aiutato dall'apostolo Cesare, riuscì a incontrare a quattr'occhi i componentidel Sinedrio e con loro lungamente parlò facendoli illuminare dalloSpirito Santo.Alla fine non solo venne proclamato mondo da ogni peccato, perfino da quello originale, ma alcuni degli antichi persecutori presero a seguirlo e diventarono suoi apostoli. I pochi reprobi del Sinedrio che continuarono satanicamente ad accusarlo ebbero vita breve ed infelice.Particolare curioso: i due evangelisti stranamente non fanno parola del miracolo più clamoroso e conosciuto, quello della moltiplicazione dei miliardi.

Ringrazio il mio amico Gianluca per avermi fornito il testo di Camilleri

besos il Mallinza

martedì, febbraio 15, 2005

i-POD o CD?

Cari audio-feticisti, musicofili,che come me divorate tonnellate di musica senza mai smettere di amarla:Siamo all'ennesima svolta secolar-commerciale per quel che riguarda l'ascolto musicale
Ora che il mondo impazzisce per L'iPod...questo ucciderà il cd?
Partendo da questa frase "non ne posso più di ricomprare, per l'ennesima volta, gli stessi dischi, a seconda del nuovo supporto che mi viene offerto" ed io aggiungerei non ne posso più di riversarli con pazienza certosina in nuovi formati ; il Washington Post si pone la domanda soprariportata in rosso.
Già qualche giorno fa parlavo di come sia dificile per noi abbandonare il vinile che tanto abbiamo amato ma purtroppo la cinghia non tiene più ed i pezzi di ricambio sono più rari del panda rosa (l'orso cinese non la macchina). Ora che abbiamo quasi completamente modernizzato la collezione in CD dovremo cambiare nuovamente formato? a che scopo poi? un miglioramento della qualità?
Ne dubito , visto che molti vinili riversati in CD non hanno mantenuto la stessa qualità di suono e sopratutto dovevano essere indistruttibili e non mi pare che questo non si sia verificato.
Oltretutto con l'avvento dell'Mp3 (non ne critico l'utilità) anche gli apparechi di ascolto hanno avuto un vistoso peggioramento nella riproduzione del suono.
Ora avremo una cosa sempre più piccola e sempre più comoda che ci costringerà a cambiare per l'ennesima volta il formato . Tralascio l'enesima geniale mossa del buisness is buisness , tralascio il dispendio di energie per noi musicofili ma ciò di cui sono convinto e che Tutto questo ci farà guadagnare in quantità in comodità (da quando poi la musica deve essere comoda?) e ci farà perdere inesorabilmente in qualità.

D'altronde una famosa canzone anni fa cantava " Video Killed the radio star"

Un beso (il Mallinza)

Se volete saperne di più dal washington post si può leggere qui

http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/articles/A19831-2005Feb12.html?referrer=email

lunedì, febbraio 14, 2005

Pacifista irriducibile? terrorista irriducibile?

"Ho recentemente scoperto, di appartenere a un partito: quello, pensate un po', degli "irriducibili". Lo ho appreso dal "Corriere della sera" di martedì ultimo scorso, che, in uno strillo in prima pagina, puntualmente ripreso da un ampio servizio all'interno, introduce nel dibattito ideologico nazionale la nuova categoria dei "pacifisti irriducibili". Brutta gente, eh, che non crede all'effetto salvifico delle elezioni in Iraq, che le giudica "una farsa" ed è convinta che in quel paese "non cambierà nulla". Sono, specifica l'occhiello, "cattolici e intellettuali di sinistra", con la sola eccezione citata, non è chiaro perché, del professor Alberto Asor Rosa. Ed è chiaro dal contesto che il loro giudizio non è tale da poter essere condiviso dalle persone dabbene. Sono irriducibili, appunto, e tanto basta.Be', io cattolico non posso proprio dire di essere, giudicherei presuntuoso definirmi un intellettuale di sinistra, ma sul "pacifista" posso concordare.....sulle elezioni irakene, in effetti, ho una quantità di riserve. Non mi spingerei, forse, a definirle una "farsa", perché da quelle parti evidentemente c'è ben poco da ridere, ma che da una consultazione elettorale svoltasi sotto occupazione armata ci sia da aspettarsi ben poco mi sembra tanto ovvio che non riesco sinceramente a capire come si faccia a sostenere in buona fede il contrario. Dunque, sono irriducibile anch'io e farete bene, d'ora in poi, a tenerne conto. " (Carlo Oliva da "Caccia all'ideologico quotidiano del 6/2/05)
Devo dire di aver letto anche io quell'articolo dai toni tracotanti che utilizzava il termine pacifista irriducibile (definizione nella quale mi riconosco) con lo stesso significato che si vuole dare ad un irriducibile da stadio(per intenderci quelli della curva sud),ad un terrorista mai pentito ecc ecc.
E devo dire altresì che sebbene questo paese abbia una lunga esperienza di terrorismo (di stato e non) forse ancora la semantica dei termini rimane materia alquanto oscura presso una certa schiera di giornalisti che ben si accasano in via solferino sotto il tenue controllo di Mieli.
Beh a questo punto direi che essere un irriducibile non mi provoca poi particolari patemi d'animo o crisi di coscenza , perchè se irriducibile vuol dire non smettere mai di sfilare di dibattere e talvolta anche di accapigliarsi per sostenere che la guerra in Iraq sia una farsa da quando è iniziata allora ben venga essere tanto "Irriducibile". Non mi dilungo con esempi già triti e ritriti (armi chimiche mai trovate, prezzo del petrolio,individuazione sistematica e scientifica di un nemico su cui fondare la propria economia bellica), queste son cose che ormai tutti conosciamo a menadito. D'altro canto voi che leggete se ben vi conosco siete tutti quanti dei pericolosissimi irriducibili.....o sbaglio?

Dall'irriducibile Mallinza un abbraccio

Regime : a molti sembrerà tutto ovvio..

Metto sul mio Blog questa interessante post-fazione Beppe Grillo che mi ha gentilmente inviato la mia amica MK che ringrazio vivamente .
Potrà sembrare ovvia e forse anche lunga ma a volte pare che le persone sappiano capiscano ma poi annoiate rivolgono la testa dall'altra parte.
Buona lettura (il mallinza)

REGIMEPostfazione di Beppe Grillo Tratto da libro “REGIME” di Marco Travaglio e Peter GomezORDINA IL LIBRO

Quando lavoravo alla Rai, ogni sabato sera, prima di andare in onda, mi chiamava il direttore generale Biagio Agnes: «Con la stima che ci lega, signor Grillo, si ricordi che lei si rivolge alle famiglie». Io regolarmente rispondevo: «Non c'è nessuna stima, signor Agnes, fra me e la sua famiglia ... ». Poi, subito dopo la sigla, avvertivo il pubblico: «Pochi minuti fa mi ha telefonato il direttore generale e ha cercato di corrompermi». La censura della Rai democristiana non era brutale e intimidatoria, violenta e ottusa come quella di oggi. Non cercava di annientarti, di rovinarti con le denunce. Era più bonaria, famigliare, melliflua. Si presentava col volto del vecchio zio burbero benefico, che ti dà buoni consigli per il tuo bene. E tu, con un po' di astuzia, la potevi aggirare. Per esempio: era vietato parlare di P2, allora io una sera andai in scena con una lavagna e fornii una complicata ma persuasiva dimostrazione matematica dell'esistenza di Pietro Longo. Alla fine usciva il suo faccione in un triangolo, il simbolo massonico. Successe un casino. Pippo Baudo si arrabattava poi a rimediare con le sue arti democristiane. Anche a lui ricordavo la differenza fra la mia famiglia e le «famiglie» delle sue parti, Catania e dintorni. Ecco, quella censura metteva alla prova la creatività del censurato, quasi lo sfidava ad aggirare l'ostacolo.
Poi arrivò Craxi e cambiò tutto. Mi tennero lontano dalla Rai per diversi anni, dal 1986 al 1993, per due battute che anticipavano Tangentopoli. In una, ammiccando allo spot che facevo per uno yogurt bussando alle porte della gente per offrire un assaggio, raccontai di aver bussato a casa Craxi. Bettino apriva e faceva per richiudere l'uscio: «No, grazie, non mangio yogurt». E io: «Ma non sono qui per quello. E’ che mi hanno fregato il motorino, e pensavo che lei ne sapesse qualcosa».Nell'altra, parlavo della mitica missione in Cina del premier socialista, che s'era portato dietro un codazzo di parenti, famigli, amici, portaborse, damazze, contesse, fidanzate. Giunto a Pechino, l'avevano avvertito: «Sa, presidente, qui siamo tutti socialisti». E lui aveva risposto: «Ma allora a chi rubate?».Poi, nel '92-'93, li portarono tutti in galera. Nel '93, dopo lunga quarantena, si rifece viva con me la Rai dei «professori»: tutte brave persone, che non capivano un tubo di televisione. Feci due serate in diretta, poi cominciarono a capire qualcosa di televisione e decisero che bastava così. Nel '94 mi richiamò la Moratti. Stessa manfrina di sempre: «Grillo, lei potrà fare e dire quello che le pare. Ha carta bianca». Conoscendo i miei polli, li misi con le spalle al muro: «Guardate, io vi mando una cassetta del mio spettacolo, e voi potete tagliare qualsiasi cosa, quello che volete». Risposero: «Ma noi non vogliamo tagliare niente». Tagliarono tutto, nel senso che la cassetta non andò mai in onda. Non era quel che dicevo, il problema. Il problema ero io, quel che rappresentavo con le mie battute e le mie denunce sulle case automobilistiche, la ricerca fasulla, i consumi, le pubblicità, i Nobel comprati, il petrolio e l'idrogeno, gli spazzolini inquinanti. Perché in Italia puoi dire peste e corna del presidente della Repubblica, ma se tocchi un formaggino ti fulminano. Dì quel che vuoi, ma non sfiorare i fatturati.
E’ così anche nell'Italia berlusconiana. Il Cavaliere mica s'incazza se si fa satira sociale, sulle pensioni, sulle riforme, sulle ville, sulla statura, sulla pelata. S'incazza se parli dei suoi processi e del suo monopolio, che poi sono le vere ragioni per cui fa politica: in una parola, i guadagni di Mediaset. Quello è il tabù. Per questo sono saltati Biagi, Santoro, Luttazzi, la Guzzanti, Fini, Rossi e tutti gli altri. Perché lo toccavano negli affetti più cari: i fatturati. E lui, quando gli toccano i fatturati, va fuori di testa. Parla di «uso criminoso della televisione», lui che la usa criminosamente da vent'anni. E così trasforma in eroi e in martiri dei professionisti che si limitavano a fare onestamente il loro mestiere di giornalisti o di artisti. Niente di rivoluzionario: solo il loro mestiere, anche se è vero che in Italia solo i veri rivoluzionari fanno ancora il loro mestiere.Ecco, lo stile è lo stesso di Craxi. Anche se Craxi non possedeva tutte le tv d'Italia: gli sarebbe piaciuto fare quel che fa oggi Berlusconi, ma non poteva. Aveva il 13% dei voti o giù di lì. All'inizio credevo anch'io che fosse uno statista. Poi capii che era un ometto. Me ne accorsi quando, con mio grande stupore, lo sentii - lui, il presidente del Consiglio - pronunciare il nome di un comico genovese: il mio. «Chi si crede di essere Grillo?», disse. Solo un ometto poteva scomodarsi per me, abbassarsi a tanto. Fosse stato intelligente, avrebbe detto: «C'è un birichino di Genova che mi prende in giro, ma io mi diverto moltissimo». E mi avrebbe ucciso per sempre. Rovinato. Invece fece di me un eroe, un martire. Da quel giorno non ebbi più fans, ma parenti. Fratelli. I grandi personaggi, anche nel male, ti fanno i complimenti in pubblico e poi te lo mettono in quel posto in privato, a tempo debito. A freddo. Sono i mediocri, gli ometti che cadono nella trappola delle epurazioni, delle censure sfacciate e brutali, addirittura preannunciate dalla Bulgaria. Sono i poveracci, che si sentono deboli e insicuri. I «grandi comunicatori» che, alla terza volta che vanno in televisione, fanno scappare la gente perché non ne può più. Lasciamoli fare, si stanno autoeliminando da soli (dopodiché bisognerà occuparsi dello smaltimento delle scorie che lasceranno ... ).
E noi, intanto? Protestiamo, certo, contro il regime mediatico. Cerchiamo di perforarlo con le notizie che nessuno dà, e che sono il miglior antidoto. Ma facciamo pure tesoro della censura per sviluppare la creatività, aguzzare l'ingegno, imparare nuovi sistemi per aggirarla. Certo, bisogna rinunciare a qualcosa per poter dire ancora quel che si vuol dire. Certo, ora che la censura s'è fatta più brutale e scientifica, aggirarla è più difficile di prima. Anche perché la censura riesce a occultare pure la censura stessa. Ed è difficile far capire alla gente che, in questa overdose di informazione, nessuno ci informa davvero. Era molto più facile nella Russia di Brezney, quando c'era solo la «Pravda» e infatti il giornale più letto era il «Washington Post»: tutti sapevano di vivere nel regime della menzogna, e tutti andavano a cercarsi le notizie vere. Oggi siamo pieni di «Pravde» e le scambiamo per tanti «Washington Post». Ci manca l'informazione, ma non lo sappiamo.Per questo, nel prossimo spettacolo, ho deciso di fare politica anch'io. Senza candidarmi. Senza dare nell'occhio. Di nascosto. L’ho fatto per tanti anni nei teatri. Ora voglio abbinare i teatri e la rete, cioè Internet. Per fare politica senza intermediari, senza politici: quelli non servono più, sono obsoleti, superflui, cadaveri ambulanti. Non rappresentano più nessuno, nemmeno se stessi. Lancio un movimento politico che, tanto per cominciare, punta a smuovere un milione di persone. A tirar fuori il furore che c’è il loro. Lo chiameremo “A furor di popolo”. Voglio un po’ vedere come potranno ignorarlo. E, soprattutto, come faranno a censurarlo.
Beppe Grillo

Del Vinile e del mondo....

Ho notato in questi giorni che esiste una generazione (la mia ) diciamo quelli che ora hanno attorno ai 35-40 anni o anche dai 30 ai 40 anni che hanno delle vere e proprie fissazioni per i bootlegs, per i vinili per le collezioni di cd. Filppano per avere le copertine in varie versioni, navigano per cercare siti impossibili da cui vampirizzare informazioni rare ... acquistano in Giappone particolari ristampe ....perché abbiamo questa sorta di audiofeticismo?

mi vien da pensare che forse è perchè siamo stati l'ultima generazione per cui la musica non era ancora un .prodotto. di consumo. I dischi che ci piacevano in realtà ci piacevano veramente tanto e continuavamo ad ascoltarli (e ad adularli) per anni. Magari in molti casi li ascoltiamo ancora adesso. Da qui la voglia di conservarli e passarli alla storia. che ne dite ?
Vogliamo ricordare le copertine di roger dean per gli yes ed il giornale-cover di .thick as a brick. dei jethro tull? oppure la quadruplice apertura dei Vanilla Fudge? Pensiamo a quei fortunati che possiedono la copertina con la cerniera lampo di "Sticky Fingers" degli stones e chissà quanti altri ne verranno in mente a voi..... quei dischi li ascoltavamo tanto e li ascoltiamo magari tuttora (se il giradischi tiene ancora), perché non ci passava neanche per la testa di applicare alla musica la filosofia dell'.usa e getta. Direi che escono ottimi dischi anche oggi, ma dopo sei mesi fai fatica persino a trovarli nei negozi. Bisogna far subito posto al .nuovo., che diventerà vecchio e superato solo dopo pochi istanti. E' la naturale applicazione della tragica legge dei nostri giorni, andare "a mille" per sopravvivere e quindi produrre e consumare velocemente in modo che poco dopo ci sarà qualcos' altro da produrre e consumare con la stessa velocità e con la stessa voracità affamata e poco dedita ad apprezzare e ad amare qualcuno o qualcosa .

Secondo me è una vera idea paranoica del mondo.

Un abbraccio

Il Mallinza

venerdì, febbraio 11, 2005

Beh che dire il teatro è teatro

E inopinabile quanto il teatro ritempri l'animo , ecco perchè vi consiglio di visitare questo sito:
www.teatripossibili.com molto interesante non solo per i corsi che vengono tenuti da gente seria e preparata ma anche per il programma di spettacoli realmente interessante ed a buon mercato.

Faccio marchette???? no....però cazzo se chiunque può pubblicizzare biscottini fottutamente chimici e fetenti spacciandoli per i biscotti appena sfornati dalla nonna, caciucco surgelato spacciandolo per caciucco pescato nel mare e commensali di squallidi villaggi vacanze televisivi e domenicali spacciati per opinionisati ecc ecc (mo' finisco) perchè io non posso pubblicizzare della cultura sana?

vabbuò per oggi ho finito

Ciao bloggati

Il mallinza

Forse l'africa ci può ancora donare speranze: per una visione rivoluzionaria delle pene

Quando il re del Marocco, che domino' in modo assoluto dal '56 al '99,mori', prese il suo posto il figlio, Mohammed IV. Subito dopo l'incoronazione egli pronuncio' un discorso nel quale criticava la mancanza di democrazia e i crimini compiuti dal regime del padre.A distanza di cinque anni il Marocco sta conoscendo una lenta rinascita.Ma per Mohammed IV non e' stato semplice liquidare l'oligarchia che aveva depredato il paese per trent'anni.E poi c'era il problema di cosa fare con gli esponenti del regime che si erano resi responsabili di assassinii e torture.La soluzione e' stata quella di creare un tribunale che processasse icolpevoli, senza poi punirli.Ai nostri occhi questa scelta puo' apparire sciocca, un modo astuto per fare finta di condannare gli amici del padre, sostanzialmente assolvendoli.Forse e' veramente cosi' ma c'e' un sospetto: che il nuovo Re stia cercando di realizzare qualche cosa di molto importante e molto difficile.In Africa esiste una cultura della vendetta completamente diversa dalla nostra. E se le gesta di Mohammed IV sembrano condizionate dalla sua oggettiva connivenza con il clan che appoggiava il padre, possiamo andare a vedere cosa ha fatto Mandela in Sud Africa.Anche li' si stanno svolgendo da anni i processi per i crimini enormidella dittatura razzista. Anche li' i colpevoli confessano le loro torture e omicidi davanti alle telecamere e alle loro vittime e poi non vengono puniti (ne abbiamo gia' parlato su queste pagine).Per capire che senso abbia questo comportamento bisogna fare un salto filosofico enorme.Le vittime di violenze terribili hanno una priorita' piu' importante della vendetta.La vendetta non riesce in alcun modo a sanare il trauma. La gente e' portata ad ascoltare le storie delle vittime con incredulita'. Davanti a narrazioni di torture e umiliazioni feroci viene da chiedersi: "Ma sara'tutto vero? Oppure esagera un po'?" E' importante capire che il dubbio che avvolge l'esperienza delle vittime e' peggiore dell'assenza di vendetta.La vittima ha necessita' che la societa' riconosca cio' che la vittima ha subito.Questo e' un passo essenziale per il processo di recupero psicologico dopo il trauma.Rende piu' facile "l'accettazione" di cio' che e' successo.Da' la possibilita' di ricomporre un quadro "accettabile" della realta'dopo che la violenza ha cancellato ogni fiducia nell'umanita'.L'esperienza della Seconda Guerra Mondiale ci ha mostrato come la via della persecuzione dei carnefici sia poco efficiente dal punto di vista delle vittime.Oggi infatti ci troviamo con un orrendo "revisionismo" che nega addirittura la realta' dei campi di sterminio e delle camere a gas.Ecco, questo e' l'obiettivo prioritario della scelta sudafricana:ottenere piena ammissione dell'orrore da parte dei criminali, provare al di la' di ogni dubbio l'effettiva consistenza dell'abuso.Nessuno potra' dubitare delle confessioni perche' i colpevoli hanno offerto confessioni non influenzate dalla volonta' di sfuggire alla punizione.E, a quanto pare, Mohammed IV sta proprio seguendo questa via ed e'riuscito a portare gli abusi, le uccisioni e le torture al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica marocchina con dibattiti televisivi e manifestazioni pubbliche.Solo una societa' che e' capace di affrontare la coscienza dei crimini contro l'Umanita', coinvolgendo la popolazione, puo' pensare di non sperimentare nuovamente quegli orrori.La filosofia della vendetta porta inevitabilmente ad altre violenze come la filosofia della rimozione.Tito per proteggere l'unita' nazionale della ex Jugoslavia, cerco' di cancellare la memoria dello sterminio di piu' di un milione di Serbi avvenuto durante l'ultima guerra a opera dei Croati filonazisti. Questo crimine taciuto ha covato sotto le ceneri per decenni prima di esplodere nelle guerre jugoslave e nella frammentazione del paese.Forse la via africana ci puo' dare speranze.

Jacopo Fo

CHE RICORDI?

Tra tutte le cose assurde che potevo imparare da una relazione con una psicologa (sconsigliatissima) mai mi sarei immaginato di scoprire tutto ciò :

ricordi:- se ricordiamo un'immagine: guardiamo in su a sinistra
se ricordiamo un motivo musicale: guardiamo al centro e poi verso sinistra
se ripensiamo a delle voci: guardiamo in basso a sinistra

costruzione di immagini:
se immaginiamo qualcosa di nuovo: guardiamo in alto a destra
se componiamo dei suoni: guardiamo al centro e verso destra
se vogliamo ricordarci delle sensazioni: guardiamo in basso a destra

Bene e il fine utile o poetico filosofico di tutto ciò?
nessun fine ......ma se la polizia vi sottoponesse ad un interrogatorio del tipo terzo grado fate attenzione a dove guardate ....è una tecnica usata da loro

Besos : Il Mallinza